Il tema dell’Inail, spesso dimenticato dalle aziende, è diventato negli ultimi tempi di forte interesse.
Un po’ perché siamo in periodo di autoliquidazione ma soprattutto perché la legge di bilancio 2019 ha determinato il taglio delle tariffe assicurative contro gli infortuni e le malattie professionali per le imprese e le ha ridotte di un terzo.
Nella gestione quotidiana, invece, le società non si preoccupano molto di Inail, in modo particolare tendono a dimenticare di aggiornare e/o modificare le classificazioni Inail in ragione dei mutamenti dell’attività produttiva, derivanti dal progresso della tecnologia e/o dall’esternalizzazione di alcune funzioni aziendali.
Il risultato è quello di avere un inquadramento aziendale ai fini assicurativi ben lontano da quella che è la realtà aziendale e dai veri rischi alla sicurezza.
Nei primi mesi dell’anno ci siamo occupati di un’azienda industriale che aveva esternalizzato parte della produzione e in cui vi era la forte esigenza di verificare la congruità dell’attività con la posizione assicurativa aziendale presso l’Inail.
Il nostro intervento si è svolto attraverso alcuni sopralluoghi per verificare, in un primo momento, i vari processi di lavorazione e in un secondo momento, con l’aiuto del personale tecnico, comprendere le mansioni attribuite a ciascun lavoratore al fine di riscontrare se le voci di rischio attribuite fossero o meno corrette.
L’analisi si è poi incentrata sugli effetti della riclassificazione dei costi assicurativi.
Ciò ha permesso di effettuare una comparazione tra i costi delle posizioni assicurative in essere e i costi di quelle che avrebbero dovuto essere applicate e di provvedere con la gestione degli adempimenti dichiarativi con l’ente.
Le conseguenze pratiche di detta analisi hanno determinato per l’azienda non solo di aggiornare le posizioni Inail, coerentemente con l’attività aziendale, ma anche di avere una riduzione del costo assicurativo per alcune posizioni lavorative.