I dubbi e le cautele quando si licenzia non sono mai abbastanza. Le sicurezze dei Vostri consulenti trovano un ulteriore indebolimento in due recenti sentenze pubblicate nei giorni scorsi.
A Milano sono stati assolti 11 dipendenti che erano stati ripresi a rubare gasolio: per i giudici i filmati non sono bastati. Ormai sei anni fa 11 lavoratori erano stati accusati di aver rubato del gasolio da un maxideposito di Via Novara dell’azienda di trasporti Atm di Milano. Ad inchiodare i dipendenti erano stati alcuni filmati delle telecamere di sorveglianza. Le telecamere piazzate nel deposito dal 13 al 24 luglio, dopo che il responsabile dello stesso aveva registrato delle anomalie sul consumo di carburante, hanno ripreso i dipendenti che, oltre a pulire e rifornire i bus, avvicinavano anche alcune taniche bianche alla pistola erogatrice di gasolio.
La recente sentenza stabilisce però che i filmati non costituiscono prova del furto. La “prova tv” dei carabinieri che aveva filmato i lavoratori maneggiare taniche bianche prima vuote e poi in apparenza piene di gasolio non è stata ritenuta sufficiente. Inoltre per chi era stato licenziato è stata prevista una ricollocazione lavorativa in altri contesti.
Un’atra sentenza “particolare”, che mette in discussione alcune nostre certezze, è quella che tratta il caso di un vigilante scoperto a dormire durante il servizio. I giudici decidono di reintegrarlo, dormire al lavoro “non rappresenta una giusta causa di licenziamento”. Nemmeno se si tratta di una guardia giurata che di professione dovrebbe vigilare, quindi tenere gli occhi bene aperti e restare appunto “vigile” per garantire la sicurezza altrui. La Corte di Cassazione ha così annullato il licenziamento della guardia giurata a cui la Ronda Servizi di vigilanza spa aveva rescisso il contratto di lavoro “per giusta causa”. Il contratto collettivo nazionale non prevede la condotta contestata tra le ipotesi previste come giusta causa di licenziamento.