Per i licenziamenti dopo il 7 marzo 2015 dichiarato illegittimo il criterio di anzianità. Come deciderà ora il Giudice?

22 Ottobre

Immagine per la news Per i licenziamenti dopo il 7 marzo 2015 dichiarato illegittimo il criterio di anzianità. Come deciderà ora il Giudice?

Nei giorni scorsi, la Corte Costituzionale - con una sentenza le cui motivazioni non sono ancora state pubblicate - ha dichiarato illegittimo l’articolo 3, comma 1, del Decreto legislativo n.23/2015 (Jobs Act) sul contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti.
La decisione della Corte Costituzione comporta conseguenze rilevanti per il datore di lavoro, e quindi comporta decisioni più complicate sia per le future assunzioni sia per il licenziamento di personale assunto dopo il 7/03/2015.

I giudici hanno messo in dubbio la parte in cui il Jobs Act determina in modo rigido (cioè in stretta correlazione con l’anzianità di servizio) l’indennità spettante al lavoratore ingiustificatamente licenziato.
Allo stato attuale, quindi, alcuni Giudici hanno sospeso le cause in corso nelle more di un intervento in materia.
La conseguenza della rimozione del meccanismo automatico di calcolo della indennità potrebbe comportare che sia il Giudice a scegliere tra il minimo di 6 mensilità e il massimo di 36 mensilità previsti adesso dalla legge, da ultimo modificata dal Decreto Dignità del 12 luglio u.s. (prima delle modifica le mensilità andavano da 4 a 24).
Ci domandiamo quindi con quali criteri il Giudice deciderà. Numero di dipendenti impiegati? Dimensioni dell’impresa? Anzianità di servizio del lavoratore?
In alternativa, il Parlamento potrebbe esprimersi sul punto.

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