ESUBERI IN AZIENDA E DIVIETO DI LICENZIAMENTO: COSA FARE ?

15 Ottobre

Immagine per la news ESUBERI IN AZIENDA E DIVIETO DI LICENZIAMENTO: COSA FARE ?

La fine dell’estate è arrivata unitamente ai costanti interrogativi delle aziende dopo mesi così difficili. Le preoccupazioni sono molte e le domande su come muoversi numerose. Il quesito ricorrente è il seguente: “Come comportarsi rispetto al personale ormai considerato strutturalmente in esubero?”.
Inutile nascondercelo. Alcune aziende stanno marciando bene, ma molte altre hanno già determinato gli esuberi sebbene il blocco dei licenziamenti deciso dal governo congeli le scelte già effettuate.
Quindi cosa fare? E per quanto tempo attendere ancora…?
In tutta questa caotica situazione vi sono alcuni punti fermi:
A) In linea generale, il blocco dei licenziamenti è in vigore sino al 31 dicembre 2020. Sempre che il Governo non decida ulteriori proroghe…
B) Tuttavia, per chi ha usufruito della cassa integrazione dal 13 luglio in poi, la prima data utile per risolvere eventuali rapporti di lavoro è il 16 novembre 2020, esattamente 18 settimane dopo il 13 luglio. Si tratta, però, di un periodo mobile. Infatti, se l’azienda nel mese di agosto avesse chiuso per ferie collettive, la prima data utile è differita per un periodo pari alla durata della chiusura. I casi vanno analizzati singolarmente.
C) Le eccezioni sono pochissime:
accordo collettivo con le organizzazioni sindacali
accordi individuali sottoscritti in sede protetta
cessazione dell’attività aziendale
licenziamento per motivi disciplinari etc.

Il nostro suggerimento è comunque quello di attendere. Sedersi al tavolo della negoziazione con una controparte che può contare sul blocco dei licenziamenti significa soltanto aprire una trattativa in cui si rischia di pagare un prezzo elevato, fissato da altri. Se l’urgenza dell’uscita del collaboratore non è procrastinabile, allora è giocoforza farlo. In ogni caso se possibile aspettate lo scadere del blocco. A quel punto i rapporti di forza saranno riequilibrati e le ragioni organizzative e/o economiche dell’imprenditore torneranno ad avere la loro valenza. Un licenziamento correttamente motivato ridurrà i margini del contenzioso e delle conseguenti pretese economiche del lavoratore.
In questa fase non resta che armarsi di pazienza e preparare la documentazione e le prove utilizzabili nell’eventuale contenzioso: lettera di licenziamento o di attivazione della procedura citata prima e documentazione a supporto del licenziamento.
Nella aziende con più di 15 dipendenti, la fine del blocco non consentirà immediatamente il licenziamento per gli assunti prima del 7 marzo 2015 ma sarà necessario attivare la procedura prevista dalla legge Fornero. C’è quindi da mettere in preventivo un periodo minimo di ulteriori 15 giorni che, visti i carichi di lavoro delle ITL, finirà per dilatarsi ulteriormente.

Nel frattempo, se non proficuamente utilizzabili, collocate i dipendenti in cassa Integrazione, rispetto alla quale ci preme una puntualizzazione. Delle 18 settimane di CIG fruibili dopo il 13 luglio u.s. le prime 9 settimane sono totalmente carico dello Stato, mentre per le altre 9 è richiesto un contributo economico alle aziende a seconda della riduzione del fatturato. Il fatto che sia previsto un onere non deve spaventare più di tanto. L’importo del contributo per le società che non hanno subito riduzioni del fatturato, calcolato su uno stipendio medio, è di circa €.300,00 mensili per dipendente.
In costanza del blocco dei licenziamenti l’utilizzo della Cassa Integrazione per il personale non più fungibile resta comunque, anche se a pagamento, la soluzione economicamente più che accettabile.

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