Attuazione Ape e «fase 2»: riparte il cantiere-pensioni

di Davide Colombo e Marco Rogari - IlSole24Ore | 6 Marzo

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ROMA- La partita sulle pensioni ricomincia. Anche se l’evoluzione del quadro politico potrebbe provocare
nelle prossime settimane un repentino stop. Oggi Governo e sindacati si rivedono per fare il punto sullo stato
della fase attuativa delle misure contenute nell’ultima legge di bilancio: dall’attuazione dell’Ape fino al rafforzamento delle quattordicesime. Ma al tavolo si comincerà a parlare di un altro snodo chiave
dell’accordo siglato nel settembre dello scorso anno: la cosiddetta “fase 2” da far decollare a partire dal 2018.
Un capitolo sensibile per i sindacati. Che in prima battuta chiederanno che non ci siano restringimenti delle
platee concordate per il decollo delle misure previste dalla fase 1 (a cominciare da quelle sull’Anticipo
pensionistico) e che venga rispettata in modo preciso la tempistica per il varo dei decreti attuativi.
Tre i Dpcm in rampa di lancio, da mettere comunque nero su bianco entro il 1° marzo: decollo dell’Anticipo
pensionistico; Ape sociale per lavoratori impegnati in attività usuranti o disoccupati; accesso agevolato alla
pensione per i lavoratori precoci. A questi provvedimenti si dovranno aggiungere un decreto ministeriale del
ministero del Lavoro di concerto con quello dell’Economia sui nuovi criteri di accesso alla pensione
anticipata per gli “usuranti” e un ulteriore decreto del Mef. Il tutto accompagnato dagli accordi quadro con
Abi e Ania, che sono in via di perfezionamento, e dalla convenzione Inps–Mef sul Fondo di garanzia da 70
milioni sugli eventuali mancati rimborsi degli “apisti” diventati pensionati.
Ma Cgil, Cisl e Uil incalzeranno l’esecutivo anche sul rispetto del secondo capitolo dell’intesa raggiunta nello
scorso autunno. Soprattutto su tre versanti: defiscalizzazione e rafforzamento della previdenza integrativa;
nuove regole di riforma del sistema contributivo per rafforzarne l’equità e la flessibilità (con l’adeguamento
alla speranza di vita che tenga conto della diversità di lavori/lavoratori); l’adeguatezza delle pensioni dei
giovani lavoratori con redditi bassi e discontinui.
Sullo sfondo della discussione ci sarà anche un altro tema toccato dall’accordo di settembre, ovvero la
possibilità di introdurre una pensione contributiva di garanzia per fasce di anni di contribuzione (con il
concorso della fiscalità generale) anche in previsione del taglio strutturale del cuneo. Un taglio che il Governo Renzi aveva annunciato di voler realizzare a partire dal prossimo anno e che ora dovrà essere
confermato o meno dall’esecutivo Gentiloni nel Def in arrivo ad aprile, sempreché il quadro politico lo
consenta.
Nell’intesa dello scorso autunno Palazzo Chigi si era anche impegnato a rivedere il meccanismo di
indicizzazione targato Letta che scade nel 2018 facendo leva su un meccanismo basato su scaglioni di
importo, e non più per fasce d’importo. Il Governo Renzi aveva anche assunto l’impegno di individuare un
diverso indice per la rivalutazione delle pensioni a partire dal 2019.
Uno dei piatti forti della “fase 2” resta comunque quella della riforma della previdenza complementare
partendo da una riduzione dell’aliquota fiscale (scendendo almeno a quota 14-15%)e adottando alcune
misure per rendere più appetibile l’accesso alle forme integrative.
E non è da escludere che il prossimo Documento di economia e finanza possa già contenere qualche
indicazione su questo fronte. Chiaramente il primo punto nell’agenda dell’incontro di oggi resta quello dell’attuazione dell’Ape. Gli ultimi dettagli ai quali ha lavorato negli ultimi giorni l’unità di missione di Palazzo Chigi, coordinata da Marco Leonardi (v. Il Sole 24 Ore del 12 febbraio), riguardano anzitutto la definizione del primo tasso fisso d’ingresso e del premio assicurativo per l’anticipo finanziario dell’Ape volontaria, il cui costo complessivo non dovrà far sfondare al futuro pensionato la soglia del 30% dell’assegno Inps a regime. Tra i temi del confronto anche i le intese con i patronati che dovranno gestire il grosso delle domande per l’Ape
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