A causa dell’aumento dei contagi si moltiplicano le situazioni in cui le aziende sono chiamate a capire come muoversi a fronte di vuoti normativi.
Vi sono alcuni casi espressamente previsti dalla legge e quindi più facili da gestire, ci riferiamo:
1. quarantena disposta dall’ULSS per COVID19 conclamato. In questo caso c’è un provvedimento dell’operatore di sanità pubblica e il lavoratore sarà in malattia;
2. quarantena del figlio minore di anni 14. Il lavoratore - ove possibile - lavorerà in smart working oppure chiederà il congedo straordinario pagato al 50%;
3. eventuale positività al virus del minore già in quarantena. In tal caso il lavoratore decade dal diritto a beneficiare del congedo straordinario indennizzato e deve contattare il proprio medico curante affinché questi rilasci un certificato di malattia, indicando gli estremi del provvedimento che comportato la quarantena con sorveglianza attiva. Resta inteso che nel caso di sopravvenuta positività del figlio minore il lavoratore potrebbe comunque svolgere la propria attività in modalità di lavoro agile per l’intero periodo di quarantena percependo l’ordinaria retribuzione in luogo dell’indennità di malattia.
4. quarantena disposta da ordinanza emessa dall’autorità ammnistrativa locale che dispone il divieto di allontanamento dei cittadini da un determinato territorio per motivi legati all’emergenza epidemiologica da Covid 19 e che di fatto impedisce lo svolgimento dell’attività lavorativa. In questo caso non è possibile riconoscere la tutela della quarantena e dunque malattia, pertanto i datori di lavoro potranno, ove possibile, far lavorare in smart working i propri dipendenti o presentare, con riferimento ai lavoratori interessati dal provvedimento, domanda di accesso ai trattamenti di integrazione salariale con causale Covid 19.
Vi sono poi una serie di casi non disciplinati da disposizioni normative che lasciano ai singoli datori di lavoro la gestione di queste situazioni.
Ci riferiamo ad esempio all’ attesa dell’esito del tampone di un proprio familiare, dipendenti residenti nelle zone rosse, quarantena di un figlio maggiore di anni 14. In questi casi le Società come devono gestire le eventuali assenze?
In tutte queste situazioni vi è la necessità di evitare contagi e possibili quarantene in azienda e ciò induce il datore di lavoro a chiedere ai dipendenti di rimanere a casa. Ma a che titolo?
La soluzione migliore e più semplice è quella di far lavorare in smart working.
E se non possibile?
Ferie, permessi, ammortizzatori sociali o permesso retribuito a carico azienda.
Infine il nostro consiglio per gestire nel minor tempo possibile emergenze in termini di contagi è di sottoscrivere delle convenzioni con strutture mediche per avere tamponi veloci.