Lo sappiamo: siamo sempre più connessi, sempre più raggiungibili e sempre più condizionati. Ma l’evoluzione tecnologica, che è entrata con prepotenza all’interno del mondo del lavoro e dell’organizzazione aziendale, rischia di implementare pratiche che fanno più male che bene.
Con smartphone, cellulari, e-mail, chat, whatsapp e chi più ne ha più ne metta, si corre il rischio che il lavoratore non fruisca liberamente del proprio tempo libero. Da un lato l’utilizzo di questi strumenti permette maggior flessibilità consentendo al lavoratore, ad esempio, di essere operativo in un posto diverso da quello dell’azienda, ma dall’altra parte ciò può risultare troppo invasivo per la sua vita. In risposta a questa problematica nasce il diritto alla disconnessione, ovvero il diritto a non utilizzare le apparecchiature che connettono costantemente il lavoratore al proprio lavoro. Questo diritto nasce dall’esigenza del lavoratore di poter “staccare la spina”, soprattutto durante il proprio tempo libero, dato che le nuove tecnologie potrebbero portarlo alla connessione perenne con patologie da stress che sono sempre più numerose. Il diritto alla disconnessione significa diritto alla irreperibilità.
In molte aziende dove si è diffuso lo smart working e altre nuove modalità di lavoro flessibile è stata effettuata una formazione specifica per i capi in modo da poter far fronte alle nuove modalità di lavoro, ma questo non è bastato. Negli accordi aziendali e nelle piattaforme sindacali per il rinnovo di alcuni contratti sta progressivamente entrando il diritto alla disconnessione. Ne sentiremo parlare sempre di più
UniCredit ha stabilito che le varie comunicazioni aziendali, come telefonate, mail e chat debbano essere effettuate nel rispetto delle norme sull’orario di lavoro stabilite dal contratto nazionale. Findomestic, nell’accordo raggiunto con i sindacati, ha stabilito che “al di fuori dell’orario di lavoro, strettamente correlato alla mansione e alla struttura di appartenenza, viene riconosciuto il diritto alla disconnessione, ossia la possibilità dei lavoratori di non rispondere alla email e alle telefonate al di fuori del suddetto orario.”
Cattolica Assicurazioni va oltre e indica orari precisi anche per quei lavoratori che lavorano in smart working, “non è di regola previsto né richiesto lo svolgimento di attività lavorativa nella fascia compresa tra le 18.30 e le 7.45 né durante gli interi giorni di sabato e festivi”. Durante il periodo di disconnessione il dipendente può, inoltre, disattivare i dispositivi utilizzati per lo svolgimento della prestazione lavorativa.
Le nuove tecnologie hanno creato nuovi modelli e metodi organizzativi che dovranno essere gestiti con cautela e moderazione da manager, capi e dirigenti perché sarà sempre più importante organizzare il lavoro garantendo il benessere del lavoratore.