Un passo avanti per la promozione del lavoro agile in altre aziende

studio-vio | 2 Agosto

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Il DDL sul lavoro autonomo è stato approvato al Senato dopo quasi un anno di discussione, si tratta di un passo avanti per il lavoro agile.

“Il disegno di legge sul lavoro autonomo approvato al Senato costituisce un importante passo avanti per la promozione e lo sviluppo dello Smart Working nel nostro Paese. >E’ un provvedimento atteso da tempo e speriamo che il testo possa trovare in breve tempo l’approvazione definitiva alla Camera per passare quanto prima all’attuazione >delle norme nelle aziende italiane”.

Questo l’opinione di Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano alle norme sul lavoro agile nel ddl sul lavoro autonomo collegato alla manovra, approvato al Senato.

Poletti, Ministro del lavoro: il decreto valorizza il lavoro autonomo non imprenditoriale

Mentre Giuliano Poletti, Ministro del lavoro e delle politiche sociali afferma che si tratta di «un provvedimento innovativo e di grande importanza, che guarda all’evoluzione del sistema produttivo e completa il percorso di riforma del lavoro definito nel Jobs Act, con l’obiettivo di sostenere e valorizzare il lavoro autonomo non imprenditoriale, attraverso un sistema di tutele specifiche, e di migliorare la qualità della vita dei lavoratori dipendenti, favorendo la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro».

Secondo l’ultimo Osservatorio la diffusione dei progetti è arrivata al 30%

“Lo Smart Working in Italia è già una realtà rilevante che coinvolge molte imprese e lavoratori - prosegue poi Corso -: l’ultima ricerca del nostro Osservatorio ha rilevato come siano già circa 250 mila, il 7% del totale di impiegati, quadri e dirigenti, i lavoratori ‘smart’ in Italia, quelli cioè che godono di discrezionalità nella definizione delle modalità di lavoro in termini di luogo, orario e strumenti utilizzati. E la diffusione dei progetti di Smart Working è arrivata a toccare il 30% delle grandi imprese. Ma manca ancora una normativa di riferimento che fornisca una cornice, seppure non eccessivamente prescrittiva, alla situazione attuale”.

L’obbiettivo è incentivare l’adozione del lavoro agile in tutte le organizzazioni

“Il testo licenziato al Senato punta a colmare il vuoto normativo, incentivando l’adozione dello Smart Working in tutte le organizzazioni, private ma anche pubbliche - aggiunge il Responsabile scientifico dell’Osservatorio Smart Working -, che hanno l’opportunità così di introdurre nuove forme di flessibilità e efficienza. In particolare, appare positiva la definizione ‘ampia’ e inclusiva di lavoro agile come lavoro per obiettivi con il possibile impiego delle tecnologie digitali: una definizione che si applica a tutte le professioni, introducendo responsabilizzazione e flessibilità nell’organizzazione, senza limitare a casi specifici. Ed è giusto il rinvio all’accordo diretto tra datore di lavoro e lavoratore per l’individuazione delle modalità specifiche sui tempi di riposo, la disconnessione, le forme di recesso: aspetti che è corretto lasciare alla contrattazione aziendale, con il necessario coinvolgimento delle parti sociali”.

Gli ‘smart worker’ devono godere degli stessi diritti e delle stesse opportunità

“E’ importante - conclude il professore Corso - inoltre il richiamo esplicito al diritto alla formazione continua anche per il lavoratore agile, perché anche chi opera in Smart Working deve godere degli stessi diritti e delle stesse opportunità dei lavoratori tradizionali. Allo stesso modo, è da segnalare anche il riferimento all’obbligo di consegna dell’informativa sui rischi del lavoro al lavoratore agile ma anche al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, perché lavorare in Smart Working non deve certo significare rinunciare alle necessarie misure di tutela della salute e della sicurezza”.

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