Strage dei treni ad Andria, Il giudice reintegra in servizio il capostazione indagato

Angela Balenzano | 17 October

"Il tribunale: «Sospensione ingiusta» e dispone il pagamento degli stipendi arretrati
Il dipendente della Ferrotramviaria è coinvolto nell’inchiesta penale sull’incidente che il 12 luglio 2016 causò la morte di 23 persone e il ferimento di altri 50 passeggeri."

Il giudice del Tribunale del lavoro di Bari ha disposto l’immediato reintegro al lavoro del capostazione di Corato, Alessio Porcelli, indagato nell’inchiesta penale sul disastro ferroviario avvenuto tra Andria e Corato il 12 luglio 2016. Un incidente che causò la morte di 23 persone e il ferimento di altri 50 passeggeri. Il giorno successivo alla tragedia l’azienda Ferrotramviaria Spa aveva proceduto alla sospensione immediata dal servizio e dalla retribuzione dei tre dipendenti coinvolti: i due capistazione di Andria e Corato e il macchinista sopravvissuto alla strage.
La decisione del giudice del Lavoro
Porcelli, difeso dagli avvocati Massimo Chiusolo e Giuseppe De Lucia, ha impugnato i provvedimenti dell’azienda e chiesto di essere riammesso in servizio sostenendo l’estraneità dei fatti che gli erano stati contestati. All’esito del procedimento, il tribunale ha riconosciuto la illegittimità dei provvedimenti aziendali e ha ordinato alla Ferrotramviaria la immediata riammissione del lavoratore al suo posto di lavoro. Inoltre il giudice ha annullato il provvedimento di sospensione dalla retribuzione e quindi ha condannato l’azienda al pagamento di tutti gli stipendi arretrati. In sostanza il giudice ha ritenuto che per la sospensione dal servizio non basta il semplice coinvolgimento del lavoratore come indagato in un procedimento penale.
L’inchiesta penale
L'inchiesta della magistratura di Trani sulla strage è tuttora in corso. Stando agli accertamenti dei pm della procura di Trani, a causare l'incidente sarebbe stato un errore umano dovuto all'utilizzo del blocco telefonico su una linea a binario unico e, da parte dei dirigenti della società Ferrotramviaria, l'aver omesso «la collocazione di impianti e apparecchiature tecnologiche - ipotizza la Procura di Trani - deputate alla protezione della marcia dei treni (Blocco Elettrico Automatico ovvero Blocco Conta Assi) idonei a prevenire ed evitare il disastro ferroviario». Per gli inquirenti, insomma, non c’era alcun sistema di sicurezza tecnicamente valido sulla tratta ferroviaria Corato-Andria, a partire innanzitutto dal «blocco telefonico», in base al quale i capistazione si scambiano dispacci per segnalare la partenza e l’arrivo dei treni: un sistema «obsoleto» e il cui utilizzo è in contrasto con la normativa in vigore.
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