SESSO E LAVORO, UN BINOMIO SEMPRE ATTUALE.

21 November

Immagine per la news SESSO E LAVORO, UN BINOMIO SEMPRE ATTUALE.

Quando si parla di sesso la materia è già di per sé bollente. Ma quando al sesso si unisce il lavoro, la miscela diventa puntualmente incandescente.
L’ultimo che ne ha fatto le spese, nei giorni scorsi, è stato niente meno che l’amministratore delegato di McDonald's.
Steve Easterbrook è stato, infatti, licenziato a causa di una relazione consensuale con una propria dipendente, relazione che va contro una delle regole interne dell’azienda. Il codice etico della più grande catena mondiale di fast food proibisce di frequentare biblicamente colleghi.
Tanti romantici si sono indignati ma la regola è scritta nella fraternization policy di McDonald’s, e di tante altre aziende ed enti, e si sottoscrive al momento dell’assunzione. La sua violazione può portare a licenziamento per giusta causa. Questo vale per tutti, sia il gestore di uno sperduto McDonald’s in un’area di servizio, sia il manager che in quattro anni ha duplicato il valore delle azioni dell’azienda.
Come è possibile che il datore di lavoro condizioni così pesantemente la sfera personale di un dipendente? Secondo le leggi della maggior parte degli stati americani, questo è concesso. La fraternization policy infatti nasce con l’obiettivo di preservare la competitività aziendale ma anche e soprattutto per tutelare l’azienda da azioni legali per molestie sessuali.
In Europa e in Italia, non è che le cose non succedano. Recentissimo è il caso del manager francese, che era in trasferta per lavoro e che è deceduto nel corso di un rapporto sessuale clandestino. La giurisprudenza ha riconosciuto il diritto all’infortunio sul lavoro in quanto il dipendente era in viaggio di lavoro e questo include anche il tempo di viaggio, il tempo lavorativo durante la giornata e quello di riposo. Secondo la Corte Parigina durante tutto il periodo del viaggio d’affari il dipendente resta sotto l’autorità del datore di lavoro, anche “nei momenti di svago”.
Qualcosa del genere era accaduto tempo fa anche ad un dipendente di un nostro cliente. In trasferta da alcuni giorni, aveva avuto un importante incidente stradale al mattino recandosi su luogo di lavoro. Soltanto in un secondo momento ci si era accorti che l’incidente era avvenuto non sul tragitto dall’albergo prenotato dalla società, bensì dall’abitazione dell’amante. In tale situazione ingarbugliata abbiamo coadiuvato l’azienda nella gestione dei complessi risvolti familiari e assicurativi che ne erano conseguiti.
Il tema della trasferta è all’origine anche di un episodio boccaccesco verificatosi qualche tempo fa. Stavolta è stato il dipendente dell’azienda cliente che ci ha contattato direttamente, ad insaputa del proprio datore di lavoro. La moglie aveva scoperto scontrini di pranzi e la ricevuta di un albergo sostenuti in una città diversa da quella di residenza. Il marito, sul punto, si era giustificato dicendo che quel giorno era in trasferta.
La donna si era fortemente insospettita e gli aveva chiesto di farle vedere la busta paga che provasse la trasferta. Il lavoratore ci aveva pertanto chiamato, chiedendo di modificare il prospetto paga. Per ovvi motivi deontologici e professionali non abbiamo potuto accontentarlo.
Parimenti ci ha imbarazzato il caso di un imprenditore la cui moglie, che lo coadiuvava nella gestione, si era invaghita, ricambiata, di un giovane dipendente. Trattandosi un’azienda con un fatturato in crescita, sempre alla ricerca di personale specializzato, ci abbiamo messo un po’ a capire quale fosse il vero motivo per cui il titolare ne chiedeva il licenziamento, ma, alla fine, dopo un lungo ed approfondito colloquio ci ha raccontato i retroscena. Fortunatamente per noi, prima di scegliere la via più opportuna per estinguere il rapporto, il ragazzo si era dimesso!
Di queste notizie vi informiamo perché è passato un pò di tempo. Di quello che gestiamo in diretta, vi racconteremo tra qualche anno.
Però tutte queste vicende qualcosa insegnano.
Fortunatamente la vita vince sempre e il tentativo di fermarla non va neppure pensato. Quello a cui si può, più concretamente pensare è di utilizzare correttamente gli strumenti contrattuali e regolamentari per gestire situazioni che si verificano e sempre si verificheranno. Aver previsto delle regole, nella policy aziendale, può consentire all’azienda di affrontare tali situazioni in un’ottica riequilibratrice dei contrapposti interessi in gioco.

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